Vitiligine psicologia: quali risvolti psicologici ha questa patologia?
La vitiligine è una malattia che si manifesta con perdita del pigmento della pelle. Quindi oggettivamente comporta la comparsa di chiazze bianche su tutta la pelle. Queste, poi, si espandono progressivamente fino a interessare, nei casi più avanzati, l’intera superficie cutanea. Il soggetto, dunque, cambia il fototipo che diventa come quello di un albino.
In genere, l’evoluzione della malattia è graduale. Ma, sicuramente, rappresenta una delle patologie cutanee che hanno un impatto psicologico molto alto.
Vitiligine e impatto psicologico
La vitiligine è un disturbo che ha una manifestazione all’esterno. È, dunque, chiaramente e oggettivamente visibile da tutti. Ciò comporta per il paziente che vive questo dismorfismo un forte disagio psicologico, in quanto c’è una notevole compromissione dell’immagine estetica del soggetto stesso.
Ciò significa che il soggetto affetto da vitiligine molte volte, a causa di questo impatto psicologico negativo, è costretto a rinunciare a quello che viene definito normalmente uno “stile di vita quotidiano”.
Perciò si sente molto spesso, quando si parla con un paziente che soffre di vitiligine, che, per esempio, l’esposizione al sole durante l’estate è una forma di piacere a cui il soggetto rinuncia. Ciò accade per il fatto che questo comporterebbe un aggravio, cioè vivere in maniera ancora più dolorosa, la sensazione di essere esposti con questo difetto della propria immagine estetica nei confronti degli altri.
Vitiligine psicologia: l’ansia sociale
Questa patologia, dunque, ha dei risvolti psicologici su chi ne soffre (Lansdown, Rumsey, Bradbury, Carr & Partridge, 1997; Thompson & Kent, 2001).
Spesso, invero, i soggetti affetti da vitiligine sviluppano ansia sociale collegata al giudizio delle persone. Inoltre, uno studio ha mostrato che questa ansia non è più alta in chi soffre di vitiligine su aree esposte, come viso e collo.
Questo malessere comporta, quindi, un peggioramento della qualità della vita. Peggioramento che può diventare depressione e che rischia di peggiorare l’andamento della malattia.
Infatti, le persone con vitiligine, a causa dell’ansia sociale, tendono a isolarsi e a sfuggire situazioni sociali che potrebbero farle sentire giudicate.
Sono stati fatti molti studi sul rapporto tra vitiligine, benessere psicologico e qualità della vita. Uno di questi, ha dimostrato che chi accettava la patologia e aveva imparato a conviverci, viveva la vita in modo migliore.
Vitiligine e la psicoterapia cognitivo-comportamentale
Per migliorare la qualità della vita di chi soffre di vitiligine, può essere utile intraprendere un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale. In questo modo, il soggetto può superare le difficoltà psicologiche a cui va incontro a causa della patologia.
Le strategie cognitive positive e funzionali conseguite grazie a un opportuno sostegno psicologico sono:
- acquisizione di locus of control esterno (ossia “non sono io ad avere un problema ma sono gli altri che non comprendono)
- ricercare rassicurazione e incoraggiamento da parte degli altri
Per un individuo affetto da vitiligine, la cosa migliore da fare per migliorare la propria qualità di vita è accettare la propria condizione. Il percorso psicoterapeutico, unito al sostegno familiare e sociale, può aiutare il paziente a migliorare la percezione del proprio corpo e ad aumentare l’autostima.
Si conclude qui il nostro articolo “Vitiligine psicologia”. Per un consulto o per avere maggiori informazioni non esitate a contattare il nostro Centro Vitiligine Milano.